Intorno al XI e il XII sec. la storia di Modena si articola in tre importanti istituzioni: la celebre abbazia benedettina di Nonantola, il vescovado e la dinastia dei Canossa, la più potente famiglia nobiliare dell’Italia centrosettentrionale. La Piazza Grande di Modena e gli edifici romanici che vi si affacciano sono l’esempio di miscela tra i poteri politico e religioso.
Situata nella Pianura Padana all’incrocio tra la via Emilia e la strada che porta a Brennero, Modena nel IX e X sec. inziò a diventare sempre più autonoma grazie all’indebolimento del potere imperiale. Il vescovo e la famiglia Canossa ottennero molte donazioni ed eccezionali privilegi fiscali. Con questo vantaggio, la città rimase sotto il conrollo del vescoovo, mentre i Canossa dominavano i territori della pianura centrale del Po e della Toscana.
Durante lo scontro politico, che dalla fine dell’XI secolo vide lo scontro tra il Papato e l’Impero, i Canossa si schierarono contro la chiesa, svolgendo però anche un’opera di mediazione. A seguito della scomunica del vescovo Eriberto (1055-1094), il vescovado conobbe una crisi di successione, risoltasi con la designazione di Dodone (1100-1134) da parte di Urbano II, che pose fine alle divisione e fece trionfare in città la riforma gregoriana.

Titolo: Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1997
Paese: Italia
Regione: Emilia-Romagna
Località: Modena
Condizioni: In uso
Costruzione: dal 1099 al 1389
Uso: Chiesa Cristiana Cattolica
Architetto: Lanfranco
I MOTIVI DELLA SCELTA
Patrimonio dell’Umanità dal 1997
Denominazione: Cattedrale, Torre civica e Pizza Grande di Modena.
Il complesso costituito dalla Cattedrale, dalla Torre civica e dalla Piazza Grande di Modena rappresenta una testimonianza eccezionale della tradizione culturale del XII sec., nella quale valori religiosi e civici si incontrano dando vita a quella che può essere definita una tipica città cristiano di epoca medievale.
LA PIAZZA GRANDE
Dopo la costruzione della basilica primitiva, che ospitava le spoglie di San Geminiano, nel 1070 furono costruiti il Capitolo della cattedrale con la sua scuola, conosciuta per produrre tra il X e il XII sec. una vasta produzione letteraria. Nel 1994 seguirono le costruzioni del Palazzzo Comunale e delle abitazioni nella parte sudest di Piazza Grande, destinate nei corsi dei secoli ad attività commerciali, municipali e artigianali. E’ ancora possibile ammirare la piazza rimasta tutt’ora intatta.
Questo spazio quadrangolare creato nella seconda metà del XII sec. è delimitato a nord dal fianco sinistro della Cattedrale. Il vecchio e il nuovo Palazzo Comunale vennero incorporati un unico corpo dalla Torre dell’Orologio (XIII-XVI sec.), in sintonia con una serie di portici e attraverso un rinnovamento della facciata. La parte ovest della piazza è delimitata dal Palazzo del Vescovo, stratteamente legato alla Cattedrale, alla quale lo univa un passaggio privato. E’ stato costruito in mattoni, e ricevette un primo cambiamento alla fine del XV sec. e successivamente anche nel 1776, con l’aggiunta di un altro piano.


LA TORRE CIVICA
Costruita assieme alla Cattedrale, e ad essa collegata con due archi, la Torre Civica, conosciuta come Ghirlandina, è alta 88 metri e caratterizza molto il profilo della città.
La sua costruzione viene fatto in due momenti successivi: il primo corrisponde ai sei ordini inferiori, attribuiti all’architetto Lanfranco e allo scultore Wiligelmo, che ricordano per austerità e vigore quelli delle torri romane; invece il secondo al tamburo ottagonale e alla cuspide, che viene realizzato da Arrigo da Campione tra il 1261 e il 1319.
LA CATTEDRALE
Nell’intervallo di tempo che inlude la posa della prima pietra, il 9 maggio 1099, la traslazione delle reliquie di San Geminiano, il 30 maggio 1106, e la consacrazione dell’altare, pochi mesi dopo, fu completata la costruzione del coro e della parte occidentale della Cattedrale, mentre i grandi archi trasversali che dovevano unire le due pareti della navata centrale erano ormai in avanzata fase di lavorazione.
A partire dalla seconda metà del XII sec. i maestri campionesi furono incaricati di finire l’opera iniziata da Lanfranco e Wiligelmo. Nonchè della Porta Regia, conclusa nel 1180, e il rosone. Invece, tra la fine del XII e l’inizio del XIII sec. fu allargata la cripta, innalzando il coro e ampliato il tetto per realizzare un falso transetto. L’elegante facciata tripartita da lesene è aperta, oltre che da portali e da un rosone duecentesco, da una galleria cieca composta da trifore incluse in arcate rette da semicolonne, secondo un motivo di derivazione classica che si ripete tutt’intorno all’edificio. L’interno in mattoni conserva la struttura immaginaria, con una navata centrale sopra la quale si apre una tribuna senza tetto, due navate laterali e un coro che si innalza sopra la cripta. Nonostante inizialmente fossero state previste decorazioni internamente molto sobrie, l’intervento dei maestri campionesi portò alla realizzazione del falso transetto e delle volte a crociera delle navate.



LE SCULTURE DI WILIGELMO
La Cattedrale di Modena è un autentico saggio di scultura. Tra i grandi maestri che vi lavoravano brilla di luce propria Wiligelmo, attivo nella Cattedrale dal 1099 fino al 1110-1115. Nella facciata principale egli sviluppò un ambizioso programma iconografico inteso a suggerire ai fedeli una promessa di salvezza.
La sua arte severa e sintetica è documentata dalla figura dei profeti del portale maggiore e da quelle ispirate a storie della Genesi nei rilievi, popolati da uomini, animali e creature fantastiche tratte dai bestiari dell’espoca. Il progetto di Wiligelmo si basò sia sui canoni ereditati dall’antichità romana sia sulla cultura paleocristiana e medievale, riplasmando i temi e inspirando loro la propria personalità per creare un nuovo linguaggio figurativo. Il portale maggiore della facciata non soltanto servì da modello per le altre porte della Cattedrale, realizzate da discepoli di Wiligelmo, ma anche da esempio per la successiva scultura medievale italiana.
